Quando tre anni fa abbiamo immaginato INCinema, avevamo un obiettivo semplice e ambizioso allo stesso tempo: dimostrare che la magia del cinema può — e deve — essere accessibile a tutti. Creare un festival in cui anche le persone con disabilità sensoriali potessero vivere pienamente quell’esperienza speciale fatta di storie, emozioni, incontri e comunità.
Il nuovo European Accessibility Act, entrato in vigore il 28 giugno, avrebbe dovuto rappresentare uno spartiacque per l’accessibilità culturale in Europa. Eppure, guardando alla situazione italiana, dobbiamo constatare con amarezza che per l’audiovisivo non è cambiato molto. Soprattutto nell’atteggiamento di una larga parte della filiera: distributori ed esercenti che continuano a ignorare la partecipazione del pubblico con disabilità sensoriali.
Alcuni grandi distributori italiani scelgono di non rispondere alle richieste di partecipazione ricevute da INCinema; altri arrivano a dire che quel pubblico “non è utile”, ostacolando i registi che desiderano invece aderire al progetto.
Difficile non rimanere colpiti da questa chiusura. Ed è triste constatare che, ancora una volta, il profitto immediato viene messo davanti ai diritti delle persone — e all’evidenza che tutti, prima o poi, diventiamo spettatori con una qualche forma di fragilità sensoriale.
La proiezione in sala non è considerata tecnicamente un servizio digitale e quindi non ricade pienamente sotto le disposizioni dell’EAA, come se i film viaggiassero ancora in pellicola.
Ma resta un fatto incontestabile: la nuova normativa europea spinge in modo inequivocabile verso una piena fruibilità dei contenuti culturali anche da parte delle persone con disabilità sensoriali.
Chi oggi sceglie di ignorare questo percorso non solo rischia di restare indietro, ma contribuisce a rafforzare una cultura di esclusione.
Per fortuna, fuori dall’Italia la situazione è diversa.
Il successo straordinario di INCinema a New York lo scorso anno ci ha dato l’entusiasmo per andare avanti, così come la nascita di progetti ispirati a INCinema in Belgio e Polonia. Ma anche eventi di primo piano come il Toronto International Film Festival stanno ampliando la loro programmazione accessibile, esattamente secondo i criteri che abbiamo adottato sin dalla prima edizione. Segno che la direzione è quella giusta, e che il cambiamento culturale è possibile.
Non mancano, anche in Italia, segnali positivi.
Uno fra tutti, il piccolo ma grande Festival dell’Archeologia di Aquileia che ha scelto da quest’anno di rendere accessibile l’intero suo programma. Ma anche quei distributori italiani illuminati che credono nel nostro progetto e che ci hanno concesso i film — bellissimi — che compongono questa terza edizione: lungometraggi, documentari, classici restaurati e i cortometraggi (nella seconda edizione del concorso INCorto). Tutti, naturalmente, accessibili anche a chi solitamente non può andare al cinema.
Un ringraziamento a chi rende possibile tutto questo.
In primo luogo il Comune di Udine, la Banca di Udine, e tutte le associazioni delle persone con disabilità che ci sostengono e ci accompagnano. Angela Prudenzi, la nostra meravigliosa direttrice artistica, i collaboratori, sempre più numerosi, senza i quali INCinema non potrebbe esistere.
INCinema continua, con ostinazione, con fiducia e con un principio irrinunciabile: la cultura è di tutti, e il cinema è di tutti.
E noi non smetteremo di ricordarlo a chi, per abitudine o convenienza, continua a dimenticarlo.
Federico Spoletti
Fondatore di INCinema
